Perché gli orari della scuola non sono a misura di bambino
- vittoriaaccadimenti
- 21 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Chi ha mai detto che un bambino debba stare seduto per 6 o 7 ore consecutive? Chi ha deciso che la campanella debba segnare il ritmo della giornata di un bambino di 6 anni?
La verità è che la scuola, così com’è strutturata oggi, non rispetta i tempi dell’infanzia.
E questo non riguarda solo i contenuti, ma soprattutto gli orari.

Bambini fatti per il movimento, non per la staticità
I bambini, per natura, sono portati all’esplorazione, al gioco, al movimento.Sono questi i loro strumenti per scoprire il mondo e imparare. Eppure, la scuola li obbliga a stare fermi e seduti per ore, con ritmi rigidi e innaturali.
Le mattine di corsa non aiutano nessuno
L’orario di ingresso è spesso più rigido di quello di un ufficio.I bambini appena svegli hanno bisogno di calma, di coccole, di connessione, non di fretta e nervosismo. E quelle crisi che esplodono prima di uscire di casa? Spesso sono una reazione naturale allo stress di un sistema che non li ascolta.
Le campanelle non aiutano ad apprendere
Ogni ora una nuova materia. Un suono che interrompe il pensiero. Un altro che lo ricomincia. Tutto questo non è a misura di bambino, né favorisce una vera concentrazione o un apprendimento profondo. Serve a far funzionare un sistema adulto, non a rispettare i bisogni dei più piccoli.
E allora cosa possiamo fare?
Il primo passo è osservare con occhi nuovi quello che ormai diamo per scontato.
Il secondo è informarsi e scegliere consapevolmente.
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